sabato, luglio 01, 2006

rebus


Fatto sta che non esiste attività liberamente ricercata dall’uomo, che sia esente da profonde e illuminanti motivazioni. Anche il gioco. E i modi di giocare sono infiniti, e talora non sembrano neppure tali. Si prenda la domenica...
... ritualisticamente, il tifoso si concede a questo gioco fatto di pagine sportive, tabelle, schedine, radio, TV, interviste, cronisti, egli sconvolge e ricostruisce un linguaggio che è suo, un mondo che gli appartiene forse più di quello in cui esaurisce la sua quotidianità.
Questa è la costante prima del gioco. Si tratti di un bambino che raccoglie figurine, che gioca con le bambole, o di un adolescente che di volta in volta scopre una imprevista dimensione personale giocando a monopoli, o di uno scacchista che al di là della scienza di cui è esperto rimane ogni volta affascinato dalla sempre diversa disposizione dei pezzi sulla scacchiera, quasi gli comunicassero chissà quali esoteriche armonie, il giocatore è impegnato a riscoprire, a reinventare una dimensione delle cose, a rifarsi un linguaggio, ad accertare se stesso rovistando, istintivamente, presso le origini, i primordi.

Nico Ferran

la soluzione sta nel commento

2 Comments:

Blogger andrea said...

L'immagine fonetica

15:00  
Anonymous Anonimo said...

ciao!
approfittiamo del vostro spazio per invitarvi all'inaugurazione della mostra del laboratorio finale d'arte di arti visive tenuto da Nicolas Bourriaud in quel di Lubiana. Quindi, se vi capita di essere (per caso o intenzionalmente) in Slovenia il 7 luglio, fate un salto all'inaugurazione, altrimenti la mostra durerà per tutto il mese, ci farebbe piacere!
ciao ciao.

laboratorio d'arte finale

19:53  

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